Report, 13 Maggio 2019 da Sporteconomy.it

 

(di Marcel Vulpis) – La bicicletta è da sempre abbinata all’idea agonistica del ciclismo. Da alcuni anni, però, si sta trasformando anche in una leva per la crescita economica dei territori. Il fenomeno “bikeconomy” (ovvero l’economia che ruota attorno al prodotto bici) è ormai una concreta realtà in Europa, così come nel nostro Paese. Il cicloturismo e le politiche legate alla bici infatti hanno un indotto di crescita socio-economica con notevoli potenzialità di sviluppo.

L’utilizzo delle due ruote nel Vecchio Continente, stimato nella misura percentuale del 7,2%, rispetto ad altri mezzi (auto e/o moto), produce annualmente un volume d’affari di 200 miliardi di euro (fonte: European Cyclists Federation). Una cifra “monstre” pari, per esempio, al Pil (Prodotto interno lordo) di un’economia brillante come quella danese.

Il valore economico delle due ruote

Di recente è stato calcolato l’impatto economico dell’uso della bicicletta nei Paesi UE. Nell’indagine in oggetto sono stati considerati diversi parametri/voci: la vendita e affitto di bici, lo sviluppo di infrastrutture ciclabili (un aspetto quest’ultimo in grande crescita anche in Italia), i benefici concreti per l’ambiente, i vantaggi per la salute (è stato considerato e misurato l’impatto sul Servizio Sanitario Nazionale), il risparmio nell’uso del carburante, così come la riduzione dell’inquinamento e del rumore nei centri urbani.

La bikeconomy, negli ultimi anni, ha generato, sempre in Europa, un fatturato vicino ai 18 miliardi di euro, con il settore del “cicloturismo”in costante crescita (ogni anno genera più di 45 miliardi di euro). A questi numeri bisogna aggiungere quelli strettamente collegati alle piste ciclabili. Ogni chilometro di “ciclabile turistica” genera, secondo Eurovelo (rete di 15 percorsi ciclistici a lunga percorrenza che attraversano 42 Paesi), un indotto annuo tra i 110 e i 350mila euro/km.

In Germania, modello di riferimento paneuropeo, si investe da tempo su questo specifico segmento. Secondo gli addetti ai lavori è un mercato, non più di nicchia, del valore di 16 miliardi di euro, con impatti positivi anche in ambito occupazionale: circa 300mila addetti a tempo indeterminato su base annua.

Riva del Garda attrae i cicloturisti tedeschi

Il turismo di Riva del Garda (in Trentino) è “ripartito”, negli ultimi anni, proprio grazie all’interesse crescente collegato alla bikeconomy. Forte attenzione soprattutto nei confronti dei visitatori tedeschi, che, al loro arrivo, usufruiscono di servizi di qualità. Nel contempo, gli stessi possono apprezzare le bellezze paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche del territorio. Il tutto collegato all’uso quotidiano della bicicletta. I primi, ad averne intuite le potenzialità, sono stati proprio gli albergatori locali. In sintesi, un’offerta più integrata moderna, costruita attorno agli interessi dei cicloturisti, ha generato, nel tempo, valore per tutti gli operatori presenti sul territorio (albergatori, esercizi commerciali, società di servizi, ristoratori, ecc.). Proprio in questi giorni, inoltre, si è svolto, sul territorio di Riva del Garda, la 26ima edizione del “Bike Festival”, dove sono accorsi più 40mila visitatori in visita agli stand di 180 operatori del settore (hanno svelato nuovi prodotti e tendenze del settore).

Sotto il profilo sportivo, l’offerta del Festival trentino si è rivolta ad una vasta platea di praticanti della “MTB” (mountain bike), dagli amatori fino ad arrivare ai professionisti. All’edizione 2019 della “Rocky Mountain BIKE Marathon”, ben 2mila biker infatti si sono messi alla prova su quattro percorsi assolutamente sfidanti.