Eventi, 7 ottobre 2018 da Corriere.it

Entra nel vivo la sfida di Milano-Cortina d’Ampezzo per ospitare le Olimpiadi invernali 2026: martedì la candidatura sarà ratificata a Buenos Aires in occasione della 133esima Sessione del Comitato Olimpico Internazionale, ma ha già ricevuto il viatico della politica sportiva internazionale che la considera «un progetto bellissimo e straordinario». Il pensiero di riportare il fascino dell’Olimpiade sul territorio italiano era venuto nell’estate del 2017 al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Archiviata con tanta amarezza la possibilità di riportare i Giochi estivi a Roma dopo 64 anni (nel 2024), l’ambizioso numero uno dello sport azzurro ha scommesso sui Giochi invernali. Prima città nominata, Milano, la città dell’economia, del commercio, della moda in accoppiata con la Valtellina, valle di sport, di natura e turismo. In pianura gli sport del ghiaccio, in montagna quelli della neve. Con l’Alto Adige ed il Trentino a tirarsi ben presto fuori dalla corsa, interessate ad ospitare i Giochi successivamente si sono dimostrate anche Torino e Cortina d’Ampezzo.

I progetti
Le tre località hanno presentato altrettanti progetti, interessanti, innovativi con punti più o meno a favore. La Commissione di valutazione del Coni non ha voluto estromettere nessuno ed il primo agosto scorso ha inserito in un innovativo progetto tutte e tre le località lanciando «Milano-Torino-Cortina d’Ampezzo». Una scelta che ha portato ad un infinito tira e molla, una forte litigiosità con Torino che non ha accettato la proposta perché voleva correre da sola. Il 18 settembre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti ha tuonato in un’audizione al Senato: «Il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso. Questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui». Una doccia fredda, ma non gelata perché il Coni ha estratto dal cilindro il piano B: quello con Milano e Cortina. Luca Zaia, presidente del Veneto, e Attilio Fontana, presidente della Lombardia in una nota congiunta hanno scritto: «è impensabile gettare tutto alle ortiche, la candidatura va salvata, andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto». Con il Governo tiratosi fuori (almeno per il momento), il Coni ha quindi proceduto alla presentazione della candidatura congiunta con alcune modifiche sui siti di gara. Martedì pomeriggio nella capitale argentina (nella serata italiana), la Sessione del Cio, ovvero il parlamento dello sport mondiale, ratificherà in un atto formale la candidatura italiana: Milano-Cortina d’Ampezzo inizieranno la loro corsa verso i Giochi olimpici del 2026.

Il governo
Secondo l’Esecutivo del Cio, il governo, «Milano e Cortina d’Ampezzo uniscono i vantaggi di una grande città europea e di una popolare regione montana delle Alpi italiane con una candidatura che beneficia della forte storia, della tradizione e dell’esperienza degli sport invernali della regione, nonché dell’amore e della passione degli italiani per lo sport. Il progetto può anche sfruttare la forza economica e la prosperità della regione settentrionale italiana. Anche se la pianificazione è ancora in una fase iniziale, il progetto ha il potenziale per raggiungere gli obiettivi a lungo termine delle città e della regione in linea con l’Agenda Olimpica 2020».

I luoghi
Uscita Torino, la candidatura italiana propone Milano e Cortina d’Ampezzo con alcuni sport previsti anche in Alta Valtellina. A Milano, oltre al Villaggio olimpico (presso lo scalo ferroviario di Rogoredo) e ad uno dei due centri stampa (IBC/MPC) nella zona della fiera di Rho, è prevista la cerimonia d’apertura allo stadio Meazza (al Veneto dovrebbe toccare quella di chiusura) e le cerimonie di premiazione in piazza Duomo. I tornei di hockey maschile e femminile troverebbero ospitalità presso il PalaSharp ed in un’altra struttura. Le gare di short track e di pattinaggio di figura si alterneranno nella tradizione olimpica presso l’impianto polifunzionale «Santa Giulia» mentre il pattinaggio velocità, inizialmente previsto a Torino, verrà spostato a Milano all’interno di una struttura temporanea. Il sito dello snowboard sarà a Bormio, quello del freestyle a Livigno (Mottolino) e lo sci nordico a Santa Caterina Valfurva o in altra località ancora da individuare. A Cortina, Regina delle Dolomiti, sono previste tutte le competizioni di sci alpino maschile e femminile (piste Vertigine, Olympia e Col Druscie’). Slittino, skeleton e bob si svolgeranno sulla pista «Eugenio Monti» (da restaurare) ed il curling. Il biathlon trova spazio nella sua «capitale» per antonomasia, Anterselva tra le montagne dell’Alto Adige. Salto e combinata nordica, grazie all’esistenza del trampolino di Predazzo, si disputeranno in Val di Fiemme in Trentino. A Trento e Cortina (zona campo di aviazione di Fiames) gli altri due centri stampa, a Bormio (ex ospedale Morelli) e a Socol/Cortina gli altri due Villaggi olimpici degli atleti.

Le avversarie
Oltre a Milano-Cortina d’Ampezzo il Comitato Esecutivo del Cio, dopo aver analizzato i piani preliminari attraverso gli obiettivi che ha fissato l’Agenda Olimpica 2020, in particolare quello che punta all’utilizzo il più possibile di infrastrutture esistenti, ha promosso alla fase di candidatura anche Calgary (Canada) e Stoccolma (Svezia) mentre ha escluso la turca Erzurum per la mancanza di infrastrutture adeguate. Calgary, già sede dei Giochi del 1988, può fare un uso ottimale dei luoghi esistenti per il 2026 considerando che vanta anche una preziosa esperienza e competenza nell’ospitare le competizioni di sport invernali. Stoccolma, considerata una moderna capitale globale, gode come tutta la Svezia di una lunga esperienza di hosting, l’amore per gli sport invernali e le sedi della Coppa del mondo necessarie per l’assegnazione dei Giochi. Seppur in linea con l’Agenda Olimpica 2020, Stoccolma non ha budelli ghiacciati e per questo emigrerebbe in Lettonia (bob, slittino e skeleton a Sigulda). Ciò significherebbe staccare completamente dall’Olimpiade tre sport. Una scelta che potrebbe non piacere a tanti.

Il luogo del voto
È un argomento un po’ delicato. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi. La Sessione del Cio, la 134esima, che assegnerà i Giochi olimpici invernali del 2026 è prevista nel settembre del 2019 a Milano. Ci sono dei però. La Carta Olimpica in vigore non consente ad una Nazione che ospita la Sessione del Cio di essere candidata anche per i Giochi che vengono votati in quella stessa riunione. Considerata la candidatura italiana, inizialmente si era parlato di portare eventualmente solo il voto finale in altra sede ma confermare la Sessione a Milano. Al termine dell’Esecutivo in Argentina è trapelato di spostare eventualmente la 134esima Sessione a Losanna in Svizzera sempre nello stesso periodo. Ci sono altre ipotesi che potrebbero presentarsi nei prossimi mesi. La Svezia è in attesa della formazione del governo che potrebbe anche decidere di abbandonare la corsa ai Giochi. Su Calgary pende l’incognita del referendum del 13 novembre. Negli ultimi anni molto spesso si è assistito a bocciature, anche clamorose. Ovvio che, se Milano-Cortina dovessero restare senza avversarie, non ci sarebbe motivo di spostare la sessione.

Malagò nel Cio
Il 9 ottobre ci sarà anche il formale ingresso nella famiglia olimpica di nove dirigenti che diventeranno i nuovi membri effettivi del CIO. Tra essi spicca il nome del presidente del Coni Giovanni Malagò, 59 anni, imprenditore romano, unico europeo assieme all’omologa lituana Daina Gudzineviciute. Il Cio aprirà a nuovi Paesi quali, Ruanda (con Felicite Rwemarika), Uganda (con William Blick), Bhutan (con il Principe Jigyel Ugyen Wangchuck) e l’Afghanistan (con Samira Asghari, 24 anni, che diventerà la più giovane membro del Cio di sempre).