Donne solo medaglie.

È questo il titolo della trasmissione odierna di Rai3 ‘’Fuori Tg’’ che mette sul tavolo il gendergap pesantissimo che viviamo dentro lo sport in Italia.

Dal tema del divario tra compensi degli atleti uomini e le atlete donne al tema del professionismo (che è previsto solo in 4 federazioni italiane) e la cui assenza mortifica soprattutto le carriere femminile, perché priva le donne di tutele che invece hanno le altre lavoratrici, ciò che emerge è la necessità impellente di un ‘’cambio culturale’’. Ne hanno parlato Silvia Salis, vice presidente vicario del CONI, e Katia Serra, commentatrice RAI.

Il link della trasmissione è: https://lnkd.in/dU234nHx

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Le difficoltà tuttavia, non riguardano solo la vita agonista, ma anche la carriera delle manager e delle professioniste che vivono dentro il comparto economico sportivo italiano.

Basta fare un’indagine nelle federazioni italiane. Nella cabina di comando solo il 13% è donna, il che significa che talune federazioni, dentro consigli direttivi di 12 o 15 persone, hanno solo una donna a rappresentare quello sport, a contribuire a svilupparlo e a partecipare ai processi decisionali.

Le donne, di fatto, non governano lo sport.

ASSI Manager, nella sua visione di un paese in cui i manager del comparto economico sportivo siano realmente riconosciuti per le competenze specialistiche, pone con forza anche l’accento sulla disparità di genere, i cui indicatori mostrano che il lavoro da fare per una vera inclusione e a favore dello sviluppo di carriere per il merito sia ancora molto.