Format, 19 Settembre 2019 da Sporteconomy.it

 

 

E’ una Champions League sempre più globale e attrattiva per marchi di profilo mondiale. L’evento Uefa più importante per club su scala continentale, sta crescendo costantemente e la “cartina di tornasole” è il budget destinato alle sponsorizzazioni di maglia. 

I 29 marchi presenti sulle divise di gara (Fly Emirates, Gazprom e Red Bull sono visibili a testa su due diversi club)  svilupperanno, quest’anno, un controvalore economico pari a 580 milioni di euro, con una “media” del valore maglia superiore a 18,12 milioni. 

Solo 11 squadre su 32 (presenti nella fase a gironi) superano questo livello di investimento. Il Real Madrid è il club-guida della nuova rassegna (il marchio Fly Emirates paga 70 milioni di euro annui), mentre la Dinamo Zagabria (con Lana grupa, main partner per 1 milione) è il “fanalino di cosa” della competizione europea. 

 

Trasporti al 1° posto per investimenti

 

Nella classifica delle maglie più “ricche”, Fly Emirates (70 milioni) è affiancato da Accor con il brand ALL (65 milioni), entrambi, tra l’altro, presenti nel girone “A”. Rakuten, colosso giapponese dell’e-commerce, al 3° posto in questa speciale classifica, investe 55 milioni di euro a supporto del Barcellona (girone “F”). Seguono Etihad airways (presente sulla divisa del Manchester City), con 55 milioni, e il binomio Standard Chartered-Yokohama Tyres, sponsor rispettivamente del Liverpool (campione d’Europa in carica) e del Chelsea, con un budget stimato di 46 milioni a testa. 

Nell’analisi dei settori merceologici, 1° posto, sul podio, per il settore dei trasporti (4 club sponsorizzati), seguito dal betting (3) e dalle banche/assicurazioni (3). Sempre i trasporti sono il comparto con il maggior volume di investimenti (126,5 milioni di euro). 

Subito dietro il settore finanziario, che crede fortemente nello strumento delle sponsorizzazioni: più di 99,5 milioni di euro (se si considera anche “Plus500”, brand specializzato nel trading online, visibile, da diversi anni, sulle divise dell’Atletico Madrid). 

 

Il paradosso del Decreto Dignità sul betting

 

Sarà interessante esaminare ciò che avverrà nel settore del betting. I belgi del Bruges, girone “A”, lo stesso raggruppamento del Real Madrid e PSG, sono sponsorizzati dal colosso Unibet (nella precedente stagione, in Italia, è stato “back sponsor” di tutte le squadre della serie B). Il bookmaker scandinavo punta a sfruttare al massimo la vetrina tv della Champions. 

Il “Decreto Dignità”, entrato in vigore questa estate, non consente la pubblicità diretta e/o indiretta di marchi di scommesse sportive sul territorio nazionale (sotto qualsiasi forma), ma è altrettanto vero che esiste un diritto di trasmissione delle immagini, in capo ai broadcaster titolari dei tv rights dell’evento, che non può essere in alcun modo limitato o ostacolato. Lo stesso, per la cronaca, avverrà con il Valencia, sponsorizzato da Bwin, nel girone “H” (insieme a top club del profilo di Chelsea e Ajax), e, ancora di più, nel caso di “Stoiximan Gr”, operatore greco, che, a differenza di Unibet e Bwin, non può operare sul territorio italiano (non avendo acquisito la licenza). Il bookie ellenico, inoltre, non è raggiungibile dagli utenti per i divieti imposti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). 

In sintesi, un “paradosso” tutto tricolore che mette a nudo i limiti delle norme approvate dal precedente governo pentaleghista. Anche se sul tema del contrasto al gioco d’azzardo (i divieti in oggetto penalizzano il gioco legale, pubblico e regolamentato, ma, indirettamente, agevolano la diffusione di quello illegale e irregolare) il Movimento 5 Stelle continua a tenere la “guardia alta”, in quanto considerato un punto di forza del suo programma elettorale. 

In Italia, il Decreto Dignità, ha generato perdite stimate, solo per il sistema calcio, nell’ordine di 35 milioni di euro. Senza considerare quelle generate all’interno del mercato pubblicitario, con mancati introiti (stimati in 150/200 milioni di euro annui) soprattutto per la carta stampata e le reti tv. 

 
* di Marcel Vulpis