Sponsoring, 20 Maggio 2019 da Sporteconomy.it

 

L’esame delle azioni controverse (attraverso la procedura del VAR) generano in media circa 27 minuti a partita (quasi un terzo di un match di 90 minuti). Lo dimostrerebbe uno studio commissionato dalla FIFA, che, secondo il “Financial Times“, starebbe cercando di “monetizzare” questi tempi morti.
L’opportunità potrebbe essere la vendita di questi “momenti” di alta tensione al mondo della pubblicità. Si raggiungerebbe così un doppio risultato: gli spot e/o le sponsorizzazioni contribuirebbero a distendere gli animi delle tifoserie. Più in generale potrebbero generare nuovi ricavi commerciali per i detentori dei diritti dell’evento (leghe, club e organizzatori di eventi sportivi).
Non è provato al momento (sotto il profilo scientifico) che il  pubblico riesca a prestare attenzione ai “consigli per gli acquisti“, proprio in un momento drammatico come l’attesa prima di un rigore/gol (assegnato o meno) o di una espulsione (a favore o contro una squadra).
Secondo un altro quotidiano, lo spagnolo “AS“, i nuovi ricavi oscillerebbero tra i 50 e i 100 milioni di euro. In Spagna, l’avvocato Javier Tebas, n.1 della Liga spagnola, sarebbe favorevole sulla possibile applicazione di questa novità in chiave commerciale (con buona pace di Federcalcio spagnola e dei massimi dirigenti dei club professionistici a caccia di nuove entrate).
In Italia, precedentemente a questa ipotesi, uno sponsor del betting (l’irlandese PaddyPower, poi acquisita da Betfair), già nelle precedenti stagioni, ha scelto di acquistare gli “extra time” di diversi match del campionato di serie A. Di fatto, “scommetteva” sull’assegnazione o meno di minuti di recupero al termine dei 90 minuti. In caso di gol, i led luminosi bordocampo finivano ripresi da tv e carta stampata al termine del match.