Stadi, 16 Dicembre 2019 da Gazzetta.it

Nonostante la trattativa tra Comune e i club Milanesi vada avanti (domani mattina è previsto un nuovo incontro) sul tema di una rifunzionalizzazione dello stadio Meazza da affiancare al nuovo stadio che Inter e Milan intendono costruire, c’è chi non intende dire addio alla Scala del Calcio.
Oggi, in commissione consiliare, sono stati presentati due progetti per riqualificare il Meazza, che è «l’unico stadio di Milano», come afferma Riccardo Aceti, ingegnere e docente di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano, che ha presentato uno dei due progetti.
In questa prima ipotesi di intervento si tratterebbe di demolire il terzo anello e sfruttare le torri che lo sostengono per realizzare una galleria panoramica in quota in grado di contenere servizi commerciali polifunzionali, anche su due livelli distinti, da ristoranti a campi di calcio a 5 o basket, fino alla suggestione, in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026, di una pista di pattinaggio a 40 metri di altezza. Si tratta, nello specifico, di una tesi di laurea sviluppata già nel 2016, quando ancora non si parlava di un nuovo stadio per i due club. La galleria potrebbe poi essere coperta con una serie lamine stirate per riprendere il disegno delle rampe di accesso al secondo anello.

SECONDO PROGETTO— Il secondo progetto è quello presentato dall’architetto Jacopo Mascheroni, dello studio JMA. Anche in questa ipotesi, il terzo anello verrebbe demolito, ma si eliminerebbero anche le torri, per poter agire sulla struttura del 1955, rivestendo le balaustre esterne delle rampe con lamine di alluminio e costruendo una nuova copertura a diamante sopra al secondo anello in policarbonato compatto.
L’abbassamento del terreno di gioco di circa 2,2 metri, ha spiegato Mascheroni, permetterebbe di ricavare «un anello zero», ossia 3mila posti a bordo campo e accessibili dalla galleria del primo anello. Una proposta che porterebbe a 9.500 i posti premium, circa il 15% della capienza da 61.700 spettatori che il progetto prevede. Inoltre, si andrebbe ad agire sull’urbanistica circostante, con un grande boulevard arricchito dalle travi rosse che oggi sorreggono la copertura. Tra le critiche che le squadre portavano alla soluzione del mantenimento di San Siro, c’erano i costi eccessivi, l’impossibilità di giocare con i cantieri in corso, i tempi troppo lunghi, capienza limitata e il rischio di un vincolo della Sovrintendenza. Entrambi i progetti, secondo i progettisti, sarebbero in grado di sopperire a queste eventuali mancanze: sarebbe possibile proseguire con il campionato di Serie A, mentre i lavori sono in corso; il costo del primo progetto si aggirerebbe infatti intorno ai 100 milioni, mentre quelli del secondo sui 250 milioni, «stando larghi»; i tempi sarebbero ridotti, tra i 36 mesi al massimo dell’ipotesi di Aceti e i 39 di quella di Mascheroni. In entrambi i casi si parlerebbe di circa 60mila posti, come richiesto dalle squadre, e si potrebbe procedere senza rischi per un vincolo da parte della Sovrintendenza.

RISTRUTTURAZIONE POSSIBILE?— Secondo il capogruppo del Pd al Comune di Milano, Filippo Barberis, «è utile presentare questi progetti, far sentire che c’è l’attenzione della cittadinanza e dei professionisti su un processo così importante. Noi abbiamo chiesto subito alle squadre di argomentare perché il loro progetto di riqualificazione fosse così oneroso e se non c’erano alternative. – ha concluso -. Così si vede che ristrutturare non è impossibile».