Sponsor, 19 Luglio 2019 da Sporteconomy.it

Quattro club di prima divisione ancora senza “main partner”

La Serie A che verrà (stagione 2019/2020), almeno per il momento, si presenta meno ricca rispetto al passato. Colpa di un articolo di legge (il n.9) inserito nel Decreto Dignità, che non consente, dallo scorso 14 luglio, di promuovere, anche nello sport, marchi di scommesse sportive (in modo diretto e/o indiretto). Il tutto finalizzato, nel disegno del legislatore, a limitare gli “stimoli” collegati al gioco d’azzardo.

Fino a poche settimane fa 15 club della prima divisione potevano contare su importanti partnership con realtà del betting. Una “torta”, quella dei bookmaker, valorizzata in 35 milioni di euro, tra format sponsorizzativi e contratti di esposizione pubblicitaria all’interno degli stadi.

Tre club sono scesi in campo con marchi del gioco sulle divise di gara. Per esempio Marathon Bet sulle divise della Lazio, (budget stimato in 4,5 milioni di euro), SportPesa sul retro maglia del Torino o Eurobet sul back del Chievo Verona (retrocesso al termine del campionato in Serie B). La cadetteria, inoltre, ha stretto, nella precedente stagione, un accordo quadro con il bookie Unibet presente con il logo sul retro delle divise dei 19 club.

 

Lavori in corso in Serie A

 

Nonostante i divieti legislativi, imposti alle aziende del betting, il mercato delle sponsorizzazioni calcistiche non conosce crisi. I sodalizi commerciali della massima serie, infatti, si confermano come investimenti pubblicitari anti-ciclici anche per il 2019/20.

Secondo quanto riporta Stage Up (nell’annuale ricerca “Sponsor Value”), negli ultimi cinque anni, il bacino degli italiani, interessati al format “Serie A”, è compreso, mediamente, tra i 28 ed i 30 milioni di unità. Nessun altro evento sportivo, di durata superiore ai nove mesi, presenta questi dati. Logico, quindi, che le aziende della pubblicità continuino ad abbinare la propria immagine a quella dei club della prima divisione.

 

Quattro squadre senza main sponsor

 

A poche settimane dalla partenza della nuova stagione quattro club di calcio, però, sono alla ricerca di un main sponsor per l’intero campionato. Nello specifico la Lazio, il Genoa, la Sampdoria e la Fiorentina, quest’ultima acquisita di recente dal tycoonamericano Rocco Commisso (fondatore di Mediacom attualmente sponsor di maglia nella tournée internazionale della “Viola”).

 

Il valore globale di questo mercato è in via di definizione e molti contratti verranno uficializzati anche dopo la partenza della stagione regolare. Già in questa fase del calciomercato è stato superato il tetto dei 115 milioni di euro, ma l’obiettivo è superare, per la prima volta nella storia, (nonostante l’handicapeconomico generato dal Decreto Dignità) il tetto dei 130 milioni di euro.

Back e sleeve sponsor (marchi visibili sul retro maglia o sulla manica sinistra) saranno la nuova frontiera delle sponsorizzazioni calcistiche, oltre che una boccata di ossigeno per i piccoli-medi club.

 

Lo “stato dell’arte” dell’ultimo campionato

 

Nella stagione appena conclusa (2018/19) gli accordi di maglia hanno generato affari per 127 milioni di euroed una crescita del 17% rispetto al precedente campionato (105 mln). Un trend che va avanti, nel complesso, dal 2015, quando le sponsorizzazioni della massima serie si sono attestate su un valore di 85 milioni di euro. È il quadro emerso dall’annuale indagine ‘Sporteconomy Jersey Sponsor Index’, che misura lo stato di salutedelle sponsorizzazioni delle squadre di Serie A.

 

Anche in questa particolare classifica la Juventusha guardato tutti dall’alto, confermandosi, ancora una volta, al primo posto con 26,7 milioni di euro di investimenti(sommando Jeep allo sponsor giapponese Cygames).

Proprio il partner asiatico non sarà presente nella nuova stagione (2019/20) e già non è più visibile sul sito dei bianconeri. Questa “uscita” porta, momentaneamente, il valore maglia sotto i 23 milioni di euro annui, ma l’area commerciale è al lavoro per considerare nuove opportunità di partnership. Più in generale, la realtà del Sol Levante, specializzata nello sviluppo di videogames, è stata sostituita, anche sotto il profilo economico, dal brand Konami (produttore del gioco “Pro Evolution Soccer”). Sempre in uscita dall’Allianz stadium, il partner Betfair, tra i principali operatori del mercato del betting, ma solo perchè collegato alla normativa “proibizionista” del Decreto Dignità.

 

Al secondo posto, a sorpresa, il Sassuolo,che può contare sullo sponsor-proprietario Mapei. Il colosso internazionale, specializzato nella produzione di prodotti chimici per l’edilizia, ha speso circa 18 milioni di euro per apparire sulle maglie neroverdi. In terza posizione laRoma, con il binomio Qatar airways-Hyundaiforte di un investimento complessivo in area 16,5 milioni di euro.

Appaiate al quarto posto Milan e Napolicon 15 milioni di euro. I rossoneri sono sempre sponsorizzati da Fly Emirates, mentre gli azzurri sfruttano i tre format commerciali disponibili (main, second e retro sponsor) con acqua Lete, pasta Garofalo (da quest’anno sostituito da Msc Crociere) e caffè Kimbo. In generale, i primi sei club di questa classifica (Juventus, Sassuolo, Milan, Roma, Napoli e Inter) hanno attratto in Serie A, nella scorsa stagione, investimenti per 101,3 milioni di euro, più dell’80% del totale della «torta» delle sponsorizzazioni di maglia. Un settore in grande evoluzione legato a filo doppio al tema dei bacini di utenza presenti sui territori, con le sponsorship del futuro (in termini di valore) influenzate sempre più da iniziative di fan engagementnegli stadi, così come sui social.

di Marcel Vulpis  direttore agenzia Sporteconomy.it