News, 23 Febbraio 2019 da Reppubblica.it

 

“Ci vuole aria nuova” aveva detto poco tempo il sottosegretario Giorgetti. Che ora spiega: “Un candidato dal mondo della politica o dal mondo dello sport? Il mio identikit ideale è una persona che conosca molto bene il mondo dello sport, ma che sappia far funzionare un’azienda. Posso dirvi che l’ad non sarà un politico”. La volata è iniziata: l’iter porterà alla formazione del consiglio di amministrazione di Sport e Salute, il nuovo organismo varato dal governo Cinquestelle-Lega che sostituisce Coni Servizi. Scaduti i termini per presentare la ‘manifestazione di interesse a ricoprire la carica di consigliere, e le domande – secondo quanto ha fatto sapere Palazzo Chigi – sono oltre 200, il 15% delle quali al femminile. Per legge, infatti, uno dei tre consiglieri dovrà essere donna. Nei prossimi giorni “si procederà all’istruttoria tecnica delle domande e quindi alla redazione dell’elenco dei candidati ammissibili, che verrà messo a disposizione delle autorità per legge titolate alle nomine” spiega ancora Giorgetti. L’organismo esecutivo della nuova società sarà composto da un presidente-amministratore delegato e due consiglieri. Tra le domande, oltre a ex olimpionici (uno è Checcoli), ecco ex tennisti di buon valore, professori universitari, ex senatori (di partiti non vicini all’attuale governo), ex ad di club di serie A, dirigenti sportivi, eccetera. La richiesta di manifestazione di interesse non è un vero e proprio bando, e dunque le domande non sono vincolanti per le scelte del governo, che potrà valutare altri profili se quelli dei candidati non fossero ritenuti in linea con le esigenze di Sport e Salute. Inoltre il dg potrà essere scelto fuori da questo perimetro: si ipotizza un dirigente della Cdp (cassa depositi e prestiti), così come il nome che gira in questi giorni come possibile presidente della nuova società non è certo “persona che conosce molto bene il mondo dello sport” come spiega Giorgetti. Sempre che quel nome non sia stato messo in circuito apposta per intossicare i pozzi. Si vedrà. Il timore di una scelta politica, stile Rai, per ora resiste. Giorgetti parte adesso per un tour istituzionale, quando tornerà magari si consulterà, per avendo la delega per lo sport, con gli alleati di governo. Non si sa quando sarà concluso l’iter, forse a fine marzo o forse a giugno dopo l’assegnazione dell’Olimpiade 2026 per non turbare il cammino di Milano-Cortina e non creare fibrillazioni col Cio.

Il derby di Roma alle 15? Sarebbe una sconfitta
Per tanti anni il derby di Roma non si era potuto giocare di sera per motivi di ordine pubblico: adesso è stato programmato per sabato 2 marzo alle 20,30 ma la questura di Roma ha chiesto all’Osservatorio del Viminale di spostarlo alle 15. Il questore Marino ha molti timori. Sarebbe una sconfitta però, un passo indietro. La Lega è contraria a cambiare orario, l’Osservatorio per anni si è battuto per un graduale ritorno alla normalità. La Digos ha inviato una relazione al prefetto, la dottoressa Teresa Basilone, cui spetta l’ultima parola. Ci sono stati problemi con le tifoserie, è vero: ma così non si fa mai un passo avanti. Lunedì ci sarà la decisione, ci sono buone probabilità che l’orario non venga cambiato.