Focus, 26 Dicembre 2018 da Sporteconomy.it

di Marcel Vulpis*

Da cinque anni il valore della produzione della serie B è in crescita. L’analisi dei dati del quinquennio 2012-2017 (Report calcio della FIGC), mostra chiaramente il costante sviluppo economico della seconda divisione del calcio professionistico italiano.
Nel 2012/13 il fatturato è stato pari a 261 milioni di euro (con un valore della produzione media vicino a 13 milioni), per poi raggiungere, nel 2013/14, i 289,3 milioni (15,2 di produzione media), nel 2014/15 i 303,9 (14,5), nel 2015/16 i 321 (15,3), fino all’ultimo dato disponibile del 2016/17, leggermente in flessione, pari a 311,4 milioni di euro (mentre il valore medio è cresciuto fino a 15,6 milioni di euro).
I ricavi della serie B
Se ci si ferma all’analisi puntuale del campionato (report 2018 su dati 2016/17) i “ricavi di vendita” hanno raggiunto il tetto dei 255,3 milioni di euro (82% del valore totale), senza dimenticare i 56,1 milioni da plusvalenze per cessione giocatori (18%). Interessante anche il valore delle sponsorizzazioni ed attività commerciali, pari a 47,4 milioni di euro, su cui, da anni, sta investendo la seconda divisione tricolore.
I partner commerciali
Nel campionato in corso (2018/19), per esempio, sono 11 i rapporti commerciali “attivi”. Oltre al title sponsor della serie (Bkt), la Lega ha un contratto con Kappa (BasicNet) per il pallone ufficiale, con Unibet (retro sponsor delle maglie dei 19 club), con Facile ristrutturare (sponsor di manica), con Prozis (nutrition partner), con acqua Eva, Herbalife, Panini e Sixtus (partner ufficiali), con Iquii (official digital provider) e con l’Istituto per il Credito Sportivo (partner istituzionale).
Red Bull investe sui talenti
A queste realtà si affianca Red Bull (colosso austriaco degli energy drink), che ha rinnovato, per il quarto anno consecutivo, con la serie B, nel doppio ruolo di bevanda energetica del campionato e di partner di un progetto speciale dedicato ai “talenti”. La multinazionale ha scelto la LNPB proprio per gli investimenti dei club sui settori giovanili. Quest’anno, per esempio, sui 19 campi di gioco c’è una età media di 24,7 anni e circa un under 21 su tre. La serie B, quindi, si conferma trampolino di lancio per tanti giovani che vedremo, nei prossimi anni, nella prima divisione e in campo internazionale. Questa caratteristica la distingue in modo netto, rispetto, per esempio, alla serie A e alla C, con la forza dei territori a supporto di progetti proprio sul tema dei giovani.
I numeri di sintesi
La cadetteria può contare su una presenza capillare tra nord e sud Italia (con alcune piazze come Palermo, Lecce, Brescia e Perugia per molti anni nella massima serie), su una fan base digital di oltre 3 milioni di utenti, su 4 milioni di supporter interessati al “prodotto” serie B e su una audience tv (nella scorsa stagione), che ha superato il tetto dei 70 milioni di contatti.
Stanno crescendo anche i playoff/out, che, di anno in anno, registrano numeri record a conferma dell’interesse degli italiani per questo campionato, non più format “cuscinetto” tra prima e terza divisione (rispettivamente serie A e C).
La serie guidata dal presidente Balata può crescere ulteriormente mettendo in rete la forza di questi 19 territori, unici per dimensione, storia sportiva ed economie. Un’opportunità irripetibile soprattutto sul terreno marketing e commerciale, con l’ambizione di creare nuovi momenti di fan engagement, sia allo stadio (sviluppando progetti di turismo sportivo in chiave culturale), sia sui social media.

* direttore agenzia Sporteconomy.it